Ci avevo creduto, ma ho sbagliato.
Ho sbagliato perché non ho dato ascolto alle mie emozioni fin dall’inizio.
Quindi sono tornata, perché ho bisogno di un posto dove sfogare tutti i pensieri che mi girano in testa.
Perché ho deciso che sarò serena e quando si hanno troppi pensieri non si è mai sereni.
Gli ultimi due anni sono stati dolorosi. Sono successe molte cose, ho sbagliato spesso ma oggi sono contenta di me.
Sì, avete capito bene: ho fatto degli errori e sono contenta di me.
Le due cose possono coesistere.
Ho imparato a darmi questa possibilità: posso essere imperfetta, posso sbagliare consapevolmente oppure in buona fede e, allo stesso tempo, posso volermi bene.
Credo si chiami accettare i propri limiti o una cosa del genere.
Sono sempre stata una perfezionista che pretendeva da se stessa e dagli altri il massimo e per questo ho sofferto.
Ho sofferto, per esempio, per anni pretendendo l’amore di persone che non erano interessate a me. Ho chiamato, telefonato, inseguito, implorato, ho sperato e mi sono massacrata pensando che ero io a non andare bene, a non essere abbastanza.
Ho sofferto continuando a dare la mia fiducia a chi mi aveva mentito fin dall’inizio. Sono stata disponibile, sincera, amorevole, ho accettato cose che in realtà non mi andavano bene.
Poi è scattato qualcosa.
Ho smesso di combattere.
Mi sono arresa. Ho accettato che posso sbagliare. Ho smesso di pretendere che i sentimenti delle persone cambino. Ho accettato che se uno non mi ama, ci sarà un altro ad amarmi.
Mi sono fatta la domanda chiave “tra zero e la persona che mi ama di più al mondo, questo quanto mi ama?” E non mi sono accontentata del 10%, del60% e nemmeno dell’80%. Voglio vedere se esiste il 100%.
Nel frattempo voglio tenermi occupata, quindi, rieccomi qui.