Archivio mensile:novembre 2012

I colleghi sono persone, sì, ma fino a un certo punto.

 

La collega che nessuno di noi vorrebbe avere è, in primo luogo, donna. Un sondaggio privato, svolto su un campione di conoscenti, su un campione di 50 persone intervistate, 25 uomini e 25 donne, afferma che per il 90% del campione i colleghi peggiori sono donne.

L’età non conta, perché la collega che non vorremmo avere si classifica come insopportabile, fin dal primo giorno di stage e anche dopo anni di lavoro. La collega che non si vorrebbe avere è una passiva aggressiva ossia una vipera che esprime la sua frustrazione sorridendo amabilmente:

“no, non c’è problema, lo faccio io questo lavoro” (dovevi farlo tu, stronza),

“sì, per me va bene domani alle 5” (ecco, adesso devo spostare la ceretta!),

“certo, vado io in trasferta” (odio andare in trasferta)

ma anche personali:

“come stai bene” (sei ingrassata),

“sei stanca?” (sembri invecchiata),

“bel vestito” (ma dove pensi di essere, ai Grammy?),

“che simpatico il tuo ragazzo” (brutto e noioso come te),

“ah, l’hai fatto tu?” (si vede, è fatto male).

Al mattino alle nove, la collega che non vorresti avere, ti si piazza vicino alla scrivania e racconta, con dovizia di particolari, tutto ciò che ha fatto dal momento in cui ha lasciato l’ufficio, fino al suo arrivo. Siamo sempre informati, quindi, della qualità del suo sonno, del traffico sui mezzi pubblici, del programma TV – uguale a mille altri programmi TV – che ha visto. La collega, infatti, è noiosa. Racconta banali dettagli di vita quotidiana, non perché sia una persona priva di interessi – anche, ma non sempre, – ma perché in ufficio si sta a contatto uni con gli altri otto ore quotidiane e il tempo per fare cose folli è praticamente nullo. Il giorno in cui evitare come la peste la collega che non vorremmo avere è un qualsiasi giorno prima e dopo un ponte o le vacanze estive. Arriva armata di chiavetta USB in cui ha catalogato le mille foto scattate, tutte uguali a se stesse a a mille altre scattate da qualche altra donna di ceto medio, reddito medio, che vive da qualche parte del mondo che chiamiamo sviluppato. Dopo pranzo si forma un gruppetto di donne – gli uomini glissano abilmente – riunite a petalo di rosa intorno alla scrivania. La collega commenta, passo passo, ogni singola foto. Io, mi dissocio sempre, soprattutto perché i complimenti falsi non mi escono dalle labbra, perché in fondo non mi interessa e si nota.

Una collega che non vorremmo avere è maligna: sogghigna non appena qualcosa ti va storto fissandosi un’unghia perfettamente laccata, non tanto per non incrociare il tuo sguardo, ma per non mostrarti l’occhio che si illumina di soddisfazione.

La collega che non vorreste avere è indiscreta: pretende dettagli della vostra vita privata solo perché lei ama raccontare i suoi. A nulla varranno i vostri timidi dinieghi, la collega, non ci sente e vi incalzerà “allora, come è andata?” finché non porrete fine all’invadenza con un secco “bene”. L’invadenza accompagna tipi di persone diverse, i logorroici che scadono nella domanda inappropriata, i taciturni, che a volte rosi dalla curiosità buttano là una domanda un po’ ambigua e gli equilibrati, che anche loro, ogni tanto una padellata di affari loro se la potrebbero fare.

A questo proposito la collega che non vorreste avere è una pettegola: non fa in tempo a succedere qualcosa che lei lo riporta, distorto, a mezzo ufficio. Passa le pause caffè a sparlare del lavoro degli altri e critica qualsiasi decisione sia stata presa, non solo dai vertici dell’azienda, ma dai singoli lavoratori. Ho sentito personalmente una persona criticarne un’altra, addetta al rifornimento cancelleria e cose generali, per la qualità di carta igienica comprata.

La collega che non si vorrebbe mai avere è la lecchina del capo. Arriva per prima in ufficio, quando ancora albeggia, esegue tutti i compiti che le vengono affidati senza raziocinio: fa come le viene detto e non si interroga mai su quale sia il suo contributo. Il capo, in effetti, non può rimproverarla: semplicemente ogni tanto le dice “fai il passo successivo, fai uno sforzo in più”. Lei, mortificata e con le guance accese dalla vergogna, torna alla scrivania e inizia subito a scrivere picchiando sulla tastiera.

La collega che non si vorrebbe mai avere è una disposta a tutto per fare carriera. Barricata alla sua scrivania, che lascia a mala pena nelle pause pranzo, lavora con i paraocchi, tesa nel raggiungimento dell’obiettivo finale, per il quale è disposta a calpestare qualunque cosa intralci il suo cammino.

La collega che non si vorrebbe avere non ha voglia di lavorare, lei è qui, tra noi, in ufficio, ma per puro caso. Si è appena sposata e trilla “mio marito, mio marito!” ogni giorno, in relazione a qualunque cosa: lei vorrebbe essere solo moglie&madre e questo stipendio che si deve guadagnare le pesa, quindi scarica il lavoro sugli altri, in particolare su di te.

É una neo-mamma, una volta ragazza simpatica e presente, oggi impegnata in lunghe conversazioni telefoniche su “pannolino, cacchina, passeggino” con la baby-sitter. O in lunghe litigate con sua madre, nonna-babysitter. O in lunghe discussioni nervose, con il marito. Insomma, non lavora più – voi passate lunghe ore a finire il suo lavoro arretrato – e non ci si può nemmeno parlare.

La collega che non vorreste avere è quello che in un momento di bisogno si eclissa, sparisce, richiamata in bagno, al telefono, in un altro ufficio per le più svariate ragioni. Quando ci sono compiti da svolgere tutti insieme, lei non c’è mai, risucchiata da cose che la tengono sempre altrove e sempre per il lasso di tempo necessario a finire quel compito.

La collega che non vorreste avere, a volte, puzza. Nessuno riesce a dirglielo chiaramente ma, si sa, accade. Se sono episodi sporadici ognuno sopporta gli altri, se invece è uno stato di fatto, si fanno dei grandi conciliaboli e alla fine si fa un grande aprire di finestre, senza però, fiatare.

 

 

 

 

 

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La scelta degli altri.

Ho incontrato l’uomo giusto già due volte in questa vita.

Aveva gli occhi azzurri, trasparenti come il cielo a primavera, liquidi come il mare, freschi come brezza.

Aveva gli occhi scuri, crepitanti di vita come fuoco, enormi come l’universo.

Mi ha baciato davanti a un portone, l’ho incontrato su un treno.

Mi ha baciato dentro a un bar, la Mole brillava sotto le stelle, il Po scorreva lento.
Era sempre inverno, che non è vero che i cuori si accendono solo a primavera.
Abbiamo visto enormi foreste nere, abbiamo attraversato l’isola da una costa all’altra, dietro di lui su uno scooter.
Gli anni durano qualche minuto quando si ama.
Ci siamo persi, una volta perché non sapevo camminare da sola, l’altra perché ho avuto paura.
Ho incontrato l’uomo giusto, già due volte in questa vita, e l’ho perso.
foto di Ferdinando Scianna, fotografo siciliano
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Paura, eh?

Se dovessimo trarre delle conclusioni su di voi direi che le tre interviste sul pompino vi hanno lasciato incuriositi – il blog non aveva mai ricevuto un numero così alto di visite – , eccitati, ma silenziosi. Sono stati solo due i coraggiosi che hanno risposto alle domande. Mi aspettavo invece qualche commento in più, anche tra coloro che non amano questa pratica. Le tre persone intervistate, ossia l’uomo etero, una donna e l’uomo gay, hanno dato un’opinione molto positiva della fellatio descrivendo, minuziosamente, cosa a loro piace. Ho pensato che queste opinioni così franche possano aver inibito coloro che si vergognano nel fare sesso orale o che non apprezzano la pratica per motivi fisici o morali. Mi piacerebbe che qualcuno, qualche donna magari, avesse il coraggio di dire “no, non mi piace!” e spiegasse il motivo. Potete rimanere anonimi, e se non volete scrivere qui nei commenti potete mandare una mail a me diariodiurno@gmail.com

L’obiettivo è costruire un dialogo sincero sul sesso e sulle relazioni, due cose che per me vanno sempre di pari passo.

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Threesome: tre interviste sul pompino

Diariodiurno celebra il #pompinoday con tre interviste a un uomo etero, a un uomo gay, a una donna sul preliminare più amato dagli italiani.

La seconda puntata è qui.

Intervista A, uomo, eterosessuale. 
  • Il pompino è una delle attività erotiche più amate dagli uomini. Perché? Ti permette di godere al meglio della tua donna: perchè  amo il fatto che lei che si dedichi totalmente a me, dandomi piacere e godendo a sua volta.  Rispetto al rapporto sessuale credo che sia più semplice, per un uomo, accorgersi se la donna sta fingendo: io, almeno, noto subito se una ragazza lo fa per farmi piacere o se anche lei è coinvolta.
  • Se dovessi spiegare a una donna totalmente inesperta come fare, cosa le diresti? Premesso che non ci sono regole generali le direi semplicemente di prenderlo in bocca, succhiarlo e giocare con la lingua: il resto viene da se. Le cose da evitare sono un uso troppo aggressivo dei denti o delle mani. E poi vorrei dire alle donne di non essere impacciate: è un atto erotico che fate con il vostro compagno non una performance per cui verrete giudicate!
  • Fantasie erotiche sul pompino, dove?   farlo chiusi nel bagno di un posto pubblico con il brivido di essere scoperti, è una delle fantasie erotiche che ho. Magari lo dirò alla mia compagna…
  • Eiaculazione in giro, in faccia, sul seno, in bocca? cosa preferisci?  Mi piace venire in faccia alla mia donna e vederla che tira fuori la lingua per accogliere lo sperma. Mi piacciono le donne che vivono il sesso con naturalezza: il facial mi da l’impressione di essere accolto completamente dalla persona che condivide quel momento con me.
  • C’è una fantasia di sottomissione della donna dietro al pompino? No, credo che il pompino di per sé sia un atto sessuale neutro dove la donna è  partecipe quanto l’uomo.  Se  una coppia ha fantasie di sottomissione  tutto il sesso che fanno sarà orientato a quelle fantasie, e quindi anche i pompini.
  • Il pompino a livello emotivo. Descrivi. A livello emotivo è una pratica sessuale a pari delle altre, c’è un coinvolgimento sessuale di dare e ricevere: la particolarità sta forse nel fatto che è la donna che  decide quali sono i brividi da regalarti.
  • Ho dimenticato qualche punto importante di importante? Si potrebbe chiedere quanto è importante che la propria donna sia amante e provi piacere con questa pratica: per me è importante.
  • in generale alle donne piace? alla maggior parte piace, altre sono bloccate dalla morale: purtroppo credo sia in parte dovuto alla sessuofobia che la chiesa cattolica ha instillato nel nostro Paese. Sotto questo aspetto esistono anche uomini sessuofobi  e purtroppo, continuano ad esistere molte coppie che fanno sesso “programmato” e circoscritto solo ad alcune pratiche. Mi dispiace perché non riescono a vivere appieno le sensazioni che il nostro corpo e l’unione dei nostri corpi riesce a regalarci.
  • hai mai notato se tra le donne che amano farlo ci sono delle caratteristiche comuni? Di fondo credo il piacere per il sesso e il viverlo con naturalezza, credo siano poche quelle a cui non piace farlo e in diminuzione considerato il fatto che la morale cattolica attecchisce meno
Intervista B, donna, eterosessuale
  • Il pompino è una delle attività erotiche più amate dagli uomini. perché? Secondo me, oltre alla sensazione puramente fisica, a loro piace il fatto che nel pompino la donna si dedica a loro e sono, per così dire, sollevati dall’ansia di prestazione. Avere una ragazza ai propri piedi pronta a donare piacere con la bocca, la lingua, ma anche con lo sguardo che incrocia il suo nei momenti giusti, e con le mani, il seno che struscia contro il corpo di lui, da all’uomo l’istinto di abbandonarsi al calore e al piacere che prova, senza altri pensieri.
  • Se dovessi spiegare a una donna totalmente inesperta come fare, cosa le diresti?  Una buona regola per fare buoni pompini è quella di leccare, succhiare, tirare e mordere (per capire il grado di intensità: controllare le espressioni di lui) tutto quello che c’è: il pene non è formato solo dalla parte alta, la cappella, ma anche dai testicoli e dalle zone intorno all’ano… Le direi di guardarlo negli occhi e di ascoltare ogni respiro: le sensazioni di lui ti faranno capire come fare per dargli piacere.  Un altro mio consiglio è di ascoltare l’eccitazione crescente dell’uomo: io mi eccito, mentalmente ma anche fisicamente, quando faccio i pompini al mio uomo. Prima ancora di dare consigli fisici veri e propri io direi alle donne di trovare il loro modo per eccitarsi mentre lo fanno:  a sensazione fisica della bocca che si riempie e la sensazione mentale di sentirsi troia contribuiscono a farmi provare un coinvolgimento fisico e mentale tale da farmi eccitare fino all’orgasmo.
  • Fantasie erotiche sul pompino, dove? in un posto in cui sia facile essere scoperti. Direi un posto semi-pubblico o un posto pubblico ma nascosti.
  • Eiaculazione in giro, in faccia, sul seno, in bocca? cosa preferisci?  a me piace che l’uomo mi venga sul viso e sulla lingua.
  • C’è una fantasia di sottomissione della donna dietro al pompino? La donna secondo me è solo apparentemente sottomessa: magari è in ginocchio davanti a lui, ma in fondo è lei che sta dominando il rapporto, ed è sempre lei che può decidere se torturarlo e rimandare l’orgasmo, se farlo venire subito o se interrompere la fellatio per avere un rapporto sessuale.
  • Il pompino a livello emotivo. Descrivi. Credo di averlo già descritto sopra.
  • Ho dimenticato qualche punto importante di importante? una delle critiche che le donne fanno all’uomo, riguardo il pompino, è che spesso gli uomini vogliono che gli vengano fatti molti pompini ma non sono disponibili a fare la stessa cosa (credo si chiami cunnilinguus) alle donne. Egoismo?
  • in generale alle donne piace? Non saprei: tra donne non parliamo di questi argomenti se non sotto forma di battute. Ho sentito alcune donne lamentarsi (ma sono esplicitamente donne che non riescono a godersi il sesso e nemmeno la vita in generale) o ritirarsi indignate “che schifo!” o ammettere pubblicamente di adorarlo o considerarlo una cosa bella ma uguale a un altra. C’è un po’ di tutto credo!
Intervista C, uomo, omosessuale
  • Il pompino è una delle attività erotiche più amate dagli uomini. Perché?Domanda davvero complessa.Da uomo gay ho l’impressione che i gay amino soprattutto farli, piuttosto che riceverli: questo perché è davvero difficile trovare qualcuno che sappia farli bene. Basta guardare un film porno (gay oetero non cambia): nel 90% dei casi chi lo fa non ha la più pallida idea di cosa debba fare, né per far godere chi lo riceve né per far eccitare chi sta guardando il film. Se pensi che quelli sono professionisti del settore, puoi immaginare l’amatore medio. Suppongo quindi che per chi loro riceve e basta (ovvero l’uomo etero) entrino in gioco fattori diversi dal puro piacere fisico. O forse tutti sperano di provare il piacere che un pompino ben fatto riesce a darti e che magari sono riusciti a provare una sola volta nella vita.
  • Se dovessi spiegare a una donna totalmente inesperta come fare, cosa le diresti? Cerca di divertirti, di appassionarti a quello che stai facendo, di godere: fare un pompino può dare molte più soddisfazioni che riceverlo. Come consigli pratici? Prenditi tempo, non è un gelato che se non fai in fretta si scioglie. Varia, la ripetizione ossessiva dello stesso movimento è utile solo verso la fine. Esclusi i denti, usa tutte le parti della tua bocca e coordina le mani: lingua, labbra, palato,risucchio, soffio, tutto serve!
  • Fantasie erotiche sul pompino, dove? In un luogo pubblico, ovviamente.
  • Eiaculazione in giro, in faccia, in bocca? cosa preferisci?  Il meglio del meglio è in bocca (con risucchio), sia se lo fai sia se lo ricevi. Peccato che il magico mondo delle MTS (*malattie sessualmente trasmissibili) ci privi di questo rande piacere in un sacco di occasioni. Ma se avete un rapporto monogamo (e vi fidate davvero che sia tale) allora secondo me non c’è di meglio.
  • C’è una fantasia di sottomissione della donna dietro al pompino? È molto complesso (e per questo molto divertente). Chi lo fa sembra essere sottomesso, ma in realtà è quello che controlla la situazione. Credo che sia per questo che mi piace farli (manie di controllo!!!).
  • Il pompino a livello emotivo. Descrivi. Non si può generalizzare, c’è pompino e pompino: quello che fai un sabato mattina al tuo fidanzato (per fargli un regalo con cui inizierà di buon umore il fine settimana, magari ricambiando in qualche modo) ti dà sensazioni diverse da quello che fai a uno sconosciuto durante una serata in discoteca (che soddisferà il tuo occasionale bisogno di sentirti troia), o da quello che fai al primo appuntamento (dove sono la foga e la curiosità della prima volta a dominare).
  • Ho dimenticato qualche punto importante di importante?  Sì, io mi chiederei “quanto conta il pisello che hai in bocca?”, perché se è vero che in generale non ne facciamo una questione di dimensioni (tranne nei casi estremi), nel caso del pompino le caratteristiche del pisello (dimensioni, proporzioni, aspetto, odore,sapore ecc.) fanno la differenza, eccome. Nessuno si diverte davvero a succhiare un pisello non abbastanza largo (o grosso), non abbastanza lungo, con una forma strana, che ti sembra sporco (magari non lo è, ma mica assaggi per capirlo!), o che non lo sembra ma poi sa di piscio (nei casi più fortunati).Ognuno ha le sue preferenze: per esempio a me piacciono grossi e non troppo lunghi (diciamo un po’ “tarchiati”), non circoncisi, con una bella cappella leggermente più grande dell’asta, e che profumino di pulito.

E voi? cosa ne pensate? non abbiate paura, Rispondete alle domande e mandatele via e-mail a diariodiurno@gmail.com, pubblicheremo

 

  1. Sei uomo/donna? sei etero/gay?
  2. Il pompino è una delle attività erotiche più amate dagli uomini. perché?
  3. Se dovessi spiegare a una donna totalmente inesperta come fare, cosa le diresti? 
  4. Fantasie erotiche sul pompino, dove?  
  5. Eiaculazione in giro, in faccia, sul seno, in bocca? cosa preferisci?
  6. C’è una fantasia di sottomissione della donna dietro al pompino?  
  7. Il pompino a livello emotivo. Descrivi.  
  8. Ho dimenticato qualche punto importante?  
  9. in generale alle donne piace?
  10. Altro?

Altri post su masturbazione femminile

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Tipologia di donne: Felicemente Sposata

La Felicemente Sposata è una donna di età variabile tra i venti e i quaranta, che viene dalla provincia italiana, spesso non lavora o fa lavori precari e saltuari, e si riconosce da alcuni tratti distintivi.

Il primo è che la Felicemente Sposata ha organizzato minuziosamente il suo matrimonio.Ne ha parlato per anni. Ha fatto il countdown sulla bacheca di Facebook (oggi) o sul diario di scuola (ieri) disegnando cuoricini e scrivendo -123 giorni!!! Ha esaurito tutte le energie  –  e le ha fatte esaurire a famigliari, amici e sposo –  pianificando ogni minimo dettaglio. Lei non si concepisce completa senza di lui e il matrimonio, il sogno di essere protagonista per un giorno, serve a tirarla fuori per sempre dall’ombra.

La seconda caratteristica della Felicemente Sposata è che, dal giorno stesso del matrimonio,  trilla “mio marito, mio marito” ogni volta che apre bocca. Non importa se la conversazione sia su un paio di scarpe nuove, l’attacco di Israele a Gaza, i mondiali di calcio, le ultime puntate di Mad Men, lei tirerà in ballo il marito “mio marito dice che…”, “mio marito pensa che…”. La cosa sconvolgente è che queste donne sotto sotto sanno che il marito è un povero cristo qualunque e non Einstein ma quando parlano di lui sembrano sostenere “se lo pensa lui, mio marito, allora ha valore”.

La terza caratteristiche è che queste donne non hanno un proprio reddito, un proprio lavoro, una propria autonomia. Nei Paesi scandinavi le coppie in cui la donna non percepisce un reddito da lavoro sono meno del 4%, in Francia il 10,9%, in Spagna il 22,8%, nella Ue 27 il 19,8%. In Italia il 33,7% delle donne tra i 25 e i 54 anni non ha alcun reddito. Siamo ultimi nella classifica europea. ”Nelle coppie in cui la donna non lavora (30% del totale) è più alta la frequenza dei casi in cui lei non ha accesso al conto corrente (47,1% contro il 28,6% degli uomini); non è libera di spendere per sé stessa (28,3%), non condivide le decisioni importanti con il partner (circa il 20%); non è titolare dell’abitazione di proprietà”. Inoltre le moglie separate o divorziate sono più esposte al rischio di povertà rispetto ai mariti nella stessa situazione: 24% contro 15,3%. Da donna questi aspetti mi fanno molta tristezza. Sia perché non sono libere: dipendere economicamente da qualcuno significa essere assoggettate alla buona volontà e al buon cuore di quella persona, e significa che non è cambiato molto dal Medioevo. Sì, c’è una crisi mondiale, ma è anche vero che “la famiglia prima di tutto”, “no, è inutile che io studi, tanto mi sposo”, “non vale la pena trovare un lavoro dove devo viaggiare se poi farò dei figli e lo perderò”, e anche “mio marito non vuole che vado a lavorare a 20km da casa”, “mio marito dice che basta il suo stipendio”. So che sembrano frasi inventate invece sono frasi che sono state riportate a me dalle mie compagne del liceo classico.( E noi il liceo l’abbiamo finito tantissimi anni fa, quando della crisi non c’era nemmeno l’idea, un lavoro si trovava etc).

La cosa più triste però è che il lavoro non è solo uno strumento per l’indipendenza economica ma è anche una delle forme attraverso la quale possiamo realizzare noi stesse e contribuire allo sviluppo della società in cui viviamo. Io credo nelle donne e credo che ognuna possa dare un contributo alla società tramite la sua preziosa individualità. Per esempio se queste Felicemente Sposate mettessero nel lavoro la metà della passione, creatività e cura che hanno messo nel confezionarsi da sole i segnaposti per il matrimonio avrebbero un reddito, soddisfazioni personali e inizierebbero ad essere individui indipendenti e non la metà della costola di Adamo. E, Adamo forse, le rispetterebbe un po’ di più.

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Ma le donne, come si masturbano?

donne In piedi

Sdraiate

Sedute

Nella vasca

In cucina

In camera da letto

In sala

Nei luoghi pubblici

In macchina

Davanti allo specchio

Con vibratori

Senza vibratori

Con oggetti che non sono vibratori ma hanno la stessa funzione.

Senza oggetti di alcun genere, usando solo le dita

Con penetrazione

Senza penetrazione

Toccandosi il seno

Senza toccarsi il seno

Pensando a persone realmente conosciute

Pensando a sconosciuti

Pensando a uomini immaginari

Pensando a uomini sexy

Pensando a donne

Pensando a amici

Pensando a colleghi

Pensando al capo

Pensando a fatti reali accaduti

Pensando a fatti reali che faranno accadere

Pensando a fantasie erotiche di ogni genere

Pensando a fantasie che magari non hanno mai messo in pratica

Pensando a fantasie che magari metteranno in pratica

Pensando a fantasie che magari non metteranno mai in pratica

Leggendo un racconto erotico

Ascoltando i gemiti di una coppia eccitata

Annusando il profumo di un uomo sudato

Vedendo un’immagine erotica

(…continua, qui il Vero e Falso)

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Segaioli, bugie e masturbazione: i termini chiave per arrivare a DiarioDiurno

In questi giorni in cui sono mancata molti sono capitati sul Diario di una donna. Cosa cercavano?

Nelle due immagini sotto c’è  un elenco dei termini chiave che li hanno portati al mio blog.

Leggeteli, ci sono delle perle che voglio commentare:

  • “Dove le prostitute costano meno” è stato ricercato da 34 persone (uomini, credo) su google. La crisi, colpisce proprio tutti i consumi.
  • “mi piace un uomo vecchio con faccia da porco” ok, ragazza, sono gusti. Niente da dire.
  • “donne nasone arrapanti” Signore avete sentito? Siete arrapanti con i vostri difetti! Vi cercano addirittura su google!”
  • “Frasi sull’uomo zerbino”. Che sia una donna che vuole fare una dichiarazione d’amore al suo Zerbino? O sarà forse un uomo che vuole sapere cosa pensano le donne di lui?
  • La troietta dell’amante scopa anche con il compagno” Questa non l’ho capita.
  • “Mi piacciono le donne che si credono fighe e invece sono delle poverine” questo l’ha scritto un uomo che si vuole fidanzare con una delle #fighedomani

Ci sono delle domande a cui voglio rispondere:

  • Lui si eccita pensando a lei?che faccio? Secondo me il primo punto di domanda indica che lui non si eccita nè con te nè con un’altra. Perchè noi donne siamo sempre così maledettamente insicure? Parlargli e digli che il sesso così non va, perchè dietro a questa domanda c’è una coppia che non fa più sesso, che altro?
  • Gli uomini che vanno a prostitute prendono il Viagra? alcuni uomini prendono il Viagra, altri non lo prendono. Alcuni vanno a prostitute, altri non ci vanno. Le due cose non sono collegate: può capitare di tutto. La domanda da fare a Google era “Gli uomini che vanno a prostitute si mettono il preservativo?” e la risposta di solito è no. Quindi proteggetevi. 
  • E’ importante masturbarsi per una donna? Devo scrivere un post sulla masturbazione femminile perchè è una delle cose più ricercate da voi. Siamo misteriose eh? La risposta è “è importante per ogni essere umano avere una vita sessuale appagante. Per la masturbazione valgono per le donne le stesse cose che valgono per gli uomini”.
  • Mentre fate un pompino vi piace che vi tengono la testa? sì.

SUL PODIO Per me vincono la categoria de “termini di ricerca buttati su google più assurdi” questi tre:

  • Al terzo posto: “Foto di nonni che scopano le donne delle pulizie”
  • Al secondo posto: “Non mi piace la figa di mia moglie perché è troppo ciccia”
  • Al primo posto: “Mio marito cerca di venire sul mio viso mentre dormo”

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