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Una donna al lavoro

Per Natale io voglio un bel paio di catene. Quelle robuste. Le voglio usare per legarmi alla scrivania così faccio contenta la mia capa: lavoro al primo posto e tutto il resto via, zac!, eliminato in un batter d’occhio.

Se mi regalate le catene io potrò implementare la mia produttività: eliminando dalla mia vita le cose inutili come andare/tornare da casa, dimostrerò finalmente alla mia capa che il mio atteggiamento è dedicato al lavoro: job oriented, come dice lei. Certo all’inizio non sarà facile dormire seduta, ma credo che riuscirò ad abituarmi.

Se avremo fortuna presto non sarà difficile nutrirci solo con pastiglie sintetiche e non dovrò perdere inutile tempo a togliere i lucchetti alle catene per andare a mangiare. Credo,comunque, che il ragazzo delle pulizie sarebbe disponibile a portarmi due pasti a settimana. Per il lavoro, posso farmeli bastare. Almeno 3 ore al giorno in più dedicate al lavoro. Poi c’è il problema dell’andare in bagno: ma ho pensato anche a questo, posso farmi mettere un catetere.
Per il lavoro, questo e altro. Per quanto riguarda il lavarsi, beh, il ragazzo delle pulizie può spolverarmi un paio di volte a settimana.
Dovrebbe bastare a rendermi presentabile in caso di visita dei Grandi Capi Americani.

Ci sarà poi il problema dei miei genitori che, sprovveduti, reclameranno la mia presenza. Ma io ci ho pensato: ho un telefono.
Anche se non dovrei fare telefonate personali dal telefono dell’ufficio ne farò qualcuna ai miei genitori dicendo che non posso andare a trovarli perché devo lavorare. Dirò lo stesso ai miei amici.

E se insistono beh, la vita non è eterna, prima o poi schiatteranno tutti e la smetteranno di infastidirmi con queste richieste che mi sottraggono tempo prezioso. E lo stesso vale per matrimoni, funerali e altre idiozie che la gente si ostina a considerare importanti. Io non ho tempo, ho detto. Devo lavorare.

Io, devo lavorare.

Forse, a forza di stare seduta, perderò l’uso delle gambe, ma potenzierò parecchio l’agilità delle dita delle mani e per il nostro lavoro avere mani che corrono veloci sulla tastiera vale di più che avere buone gambe, no? Quindi non mi lamento.

Smetterò anche di andare dall’analista: sono ben 2 ore in più a settimana da dedicare al lavoro e, se ben sfruttate, non sono poche. Anzi no! Forse non devo smettere può aiutarmi ad avere più self emprovement, come dice la mia capa. Concorderò delle sedute telefoniche. Secondo me si può fare. A breve termine, è un piano vincente: le ore lavorative quadruplicano, la mia vita diventa job oriented, la mia capa è felice e non dice più che il mio atteggiamento è inadeguato e problematico. Lei vuole che io sia sempre al lavoro. Io ci sono al lavoro. Anche in questo preciso momento. La mia capa può vedermi alla mia scrivania, seduta, che scrivo, con la faccia serissima e la ruga in mezzo alla fronte che hanno le persone concentrate nel fare un lavoro fatto bene.

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